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7 marzo 2011

Notabili togati






La nostra cara e bella progenitrice Lucy, sarebbe stata tranquillamente ancora sugli alberi a gozzovigliare allegramente, se avesse solo lontanamente pensato che dopo diverse centinaia di migliaia di anni di evoluzione della specie, certi suoi strampalati discendenti per guadagnarsi la pagnotta si divertono con la professione di togato. Che i togati sono una bizzarra corporazione di lavoratori è risaputo, ma che alcuni di essi per vivere sono costretti a estrapolare rutilanti e tragicomiche tesi mi fa da sempre molta tenerezza. Nei miei dossier ho decine di queste curiose elaborazioni e missive, e ogni volta che le rileggo, vicino al caminetto acceso, l’ilarità che esse scatenano in me è inquietante. La tavola togata da me preferita, è senz'altro quella inerente al monello amoreggiamento addossato impunemente a due giovani sposi in visita nella godereccia città eterna. I due giovani coniugi, accampati nella devota città orobica, qualche tempo fa si erano visti recapitare un pregiato manoscritto, inerente a dei fatti da loro commessi all'apparenza su un’antica via consolare romana. Dovendo rivolgersi a un togato di fiducia per difendersi, benché non sapendo bene da che cosa, i due ignari sposi vennero a conoscenza della genesi del loro dramma giudiziario. Il loro togato nostrano portò a termine un breve carteggio con il togato di chi straordinariamente li accusava di comportamenti contro la pubblica decenza, e a seguito di alcuni scambi di missive, pagate in oro, la triste e goliardica realtà delle accuse venne a galla durante il grottesco dibattimento del caso. Alcune estati prima, i due nostri giovani eroi, si erano recati in auto nella città capitolina per un pellegrinaggio, accompagnati da due loro parenti, una monaca, badessa in un antico convento mediceo, e un morigerato cappellano militare. Nei diversi giorni di permanenza nella tetra città papalina, i quattro parenti fecero visita a molte località archeologiche della zona, unitamente a frequentare chiese e monasteri, e furono pure ricevuti nel palazzo del vescovado casereccio. Per cercare refrigerio dall'afa soffocante, i quattro villeggianti un giorno decisero di percorrere la bella e diroccata Appia antica, e raggiunto un piccolo spiazzo campestre, sostarono per rifocillarsi e fare una breve pausa nei pressi di antichi manufatti marmorei. Mentre i due pacifici e giocherelloni ecclesiastici si allontanavano un poco per scattare alcune fotografie ricordo, i due sposi assistettero a un brutto e violento incidente stradale. Il sinistro coinvolse un mezzo pesante e due autovetture, fortunatamente solo con ferite lievi per i sinistrati, ma di cospicua rilevanza per le due autovetture, in pratica distrutte nell'urto con il mezzo pesante. La dinamica dell’incidente era evidente, giacché l’autista del mezzo pesante non aveva rispettato la prevista distanza di sicurezza, e tamponando l’auto che lo precedeva, la catapultò nella carreggiata opposta ove si scontrò con un’altra auto proveniente dall'altra direzione. Assistendo alla scena, i due giovani sposi si prodigarono celermente nel soccorrere i feriti, e dopo poco anche i loro compagni di viaggio li raggiunsero, e la situazione parve tranquillizzarsi subito. Ma il dramma si sarebbe compiuto al loro ritorno nel villaggio natio, perché il maldestro camionista, aveva incredibilmente dichiarato che la responsabilità della sua svista era da addebitarsi alla scena sconvolgente, che avrebbe visto come assatanati attori i due pii sposi, rei di essersi esibiti in mirabolanti peripezie peccaminose su di un cippo marmoreo, preso da essi come giaciglio coniugale improvvisato. Insomma per farla breve, il notabile togato sabino, per ridurre le colpe del suo assistito a riguardo dell'incidente automobilistico, come splendida arringa narrò che il suo bizzarro cliente, che guidava in pantaloncini corti e canotta, vedendo i due giovinetti spavaldamente all'opera, ebbe un’improvvisa e violenta palpitazione inguinale, e poiché madre natura è stata molto generosa con il buon uomo, questo gagliardo ostacolo l’ha impedito de facto di girare il volante per evitare lo scontro, quindi si evinceva che i responsabili erano i due irruenti e infaticabili amanti cisalpini. Il procedimento è finito e il vegliardo giudice di pace ha scolpito la sentenza, ma per ovvi motivi non posso rivelare l’esilarante verdetto.