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1 novembre 2011

Siamo in sette miliardi






Evviva, evviva, evviva. Lunedì 31 ottobre 2011 è nata Leah, ne danno il lieto annuncio, la mamma Kate e il papà Evan, luogo del rilevante evento il villaggio di Tain, nell'amena e morigerata regione scozzese. Con la nascita della piccola Leah, la popolazione umana sulla terra ha raggiunto la ragguardevole cifra di ben sette miliardi di esseri, che in qualche modo dovranno pur ben convivere tutti su questo strampalato pianeta. Incredibilmente leggendo le notizie di agenzia subito dopo aver preso conoscenza della nascita della bellissima Leah, ho appreso che il primato di persona numero sette miliardi è stato assegnato a una bimbetta indiana di nome Nargis, ma nel frattempo la stravagante ONU ha assegnato alla piccola filippina Danica la palma spettante ad altre, o altri. Insomma una sciarada talmente attorcigliata, che venirne a capo sarà molto difficile, anche perché giusto poche ore fa, un mio affezionato lettore peruviano mi ha scritto dichiarando sotto giuramento che al suo ottavo figlio di nome Juan Carlos nato ieri, spetta il titolo di persona numero sette miliardi. Senza contare che nella foresta amazzonica le nascite si sono succedute in modo alquanto strano di recente, e le probabilità che un piccolo indios sia il numero sette miliardi sono ragguardevoli. Vorrei proprio sapere chi è l’essere supremo che riesce a tenere il conto delle nascite su tutto il pianeta, sui relativi accoppiamenti procreativi preferisco tacere pudicamente, e sapere anche il perché c’è proprio l’assoluto bisogno di assegnare il numeretto a un nascituro. Se siamo in sette miliardi auguri a tutti e buona notte. Invece i sempre più strampalati media bofonchiano pure su questo evento, e pur di vendere più giornali e ottenere più click mediatici, s’inventano una saga che può benissimo portare a incidenti diplomatici tra le nazioni contendenti il suddito numero sette miliardi, e difatti l’India ha protestato veementemente a riguardo, asserendo che nelle sue brulle terre è nato il numero sette miliardi. Su tutti i portali web del 31 ottobre e seguenti, la notizia principe era questa, e le fotografie dei bimbetti in gara sono talmente perfette da sembrare preconfezionate in attesa del via al bando di concorso. Con tutti i problemi e sciagure che di questi tempi affliggono la nostra specie, la sempre più inutile e grottesca ONU si erge a madrina nell'assegnare il titolo in questione, e su altri ancor più primitivi enti preferisco tacere sul loro tragicomico modus operandi. E’ in concreto impossibile tenere il conto delle nascite e morti degli appartenenti alla nostra specie in tempo reale, anzi, le cifre sono pure aleatorie su tempi decennali, e dichiarare che si riesce a tenere il conto dell’ora esatta e il numero esatto di viventi è tanto divertente da spaventare gli alieni, perché colonizzare un pianeta popolato da allocchi è inutile. La non notizia della nascita numero sette miliardi era da lasciare a inetti comici televisivi o lasciarla pubblicare a stravaganti blogger, da portali di un certo livello qualitativo i lettori si aspettano molto di più. Anche se di questi tempi tutto fa brodo, un po più di dignità e decoro professionale sarebbero ben accetti, anche perché assistere di nuovo a degradanti ed ennesime vili sortite il venerdì sera su rete quattro è moralmente intollerabile. A seguito della recente notizia trapelata in ambito accademico, già tanti inutili giornalisti bivaccano gozzovigliando a iosa ai piedi della Sfinge di Giza, dove assisteranno increduli e sgomenti alla ricrescita del nasino della stessa, e se ciò non accadrà scriveranno allibiti e infuriati che l’evento non è accaduto per colpa del sempre colpevole Cavaliere.