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1 gennaio 2012

Buon anno














Anch'io mi accodo nell'augurare buon anno a tutti gli esseri viventi, anche se non ho mai capito bene il perché di tutto questo trambusto, a prescindere che oggi i vari popolini festeggiano l’ennesimo nulla. Ricapitolando si evince che nel guazzabuglio di datazioni tutti hanno ragione, ma nel contempo tutti hanno torto. Oggi i più spendaccioni festeggiano con il calendario giuliano l’anno 2012, ma che è in lieve ritardo di ben tredici giorni dal precedente calendario gregoriano in uso per secoli. Se il fato fosse stato benevolo con la saggia e pacifica Roma, oggi sarebbe l’inizio dell’anno 2765, e la prosperità e la legge regnerebbero ancora sovrane ovunque. L’attorcigliato calendario ebraico oggi riporta l’anno 5773. Il veloce calendario mussulmano oggi riporta l’anno 1433. L’antico e sempre vispo calendario copto della splendida era dioclezianea riporta oggi l’anno 1729. Il calendario etiopico cristiano oggi riporta giustamente l’anno 2005. Nel contempo i pochi e morigerati sopravvissuti etiopici di epoca alessandrina oggi festeggiano l’anno 7505. I cinesini oggi brindano all'anno 4649. E per finire come non menzionare i primitivi maya, che con il loro inutile calendario hanno messo da tempo subbuglio, perché per il loro lungo, grottesco ed estenuante calendario oggi è l’1. In epoca più recente come non ricordarsi del ladruncolo Napoleone, che pretendeva di instaurare nel mondo intero un proprio calendario, talmente pietoso nei dettagli che preferisco tacere oltre. Senza contare che esistono oggi tante altre numerazioni in uso sul pianeta per tenere la conta del tempo, e tutte hanno i più svariati e pittoreschi modi di allungare e accorciare il tempo a loro piacimento. Personalmente tengo la conta del tempo a modo mio, che è poi casualmente nel giusto modo, e non m’importa proprio nulla e in che anno oggi è o sarebbe il resto del pianeta. Non ho niente di serio o spensierato da festeggiare in questo giorno, perché le dodici lune appena trascorse hanno segnato un anno horribilis, sia per me, che per tante persone a me care.