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13 luglio 2017

Lunga vita agli ultras






















Da sempre non mi occupo del gioco del calcio, in primis perché non mi piace, e di recente con tutte le cifre iperboliche versate ai giocatori me lo fanno rendere anche moralmente avvilente. All'opposto mi occupo tra l'altro di questioni giudiziarie che vanno anche a toccare il gioco del calcio, e la Procura di Bergamo è l'esempio madre dell'ignoranza in cui versano le istituzioni italiane. Dei personaggi più o meno divertenti, da anni molestano, instaurando un procedimento dopo l'altro, degli appartenenti al mondo ultrà dell'Atalanta, e uno dopo l'altro tutte queste macchinazioni sono finite miseramente nel ridicolo. Le temibili orde del tifo ultrà dell'Atalanta, sono famose in tutta Europa per la loro primitiva essenza, ma a farle passare per una associazione a delinquere è tutta un altra questione. Anche il tifo organizzato delle squadre di Roma, Napoli, Lazio, Brescia, Verona, Torino e via dicendo, sono composte da personaggi violenti, ma solo nei confronti di appartenenti al tifo dell' Atalanta si scatena la repressione di legge. Da anni dei fannulloni buoni a nulla, sprecano risorse nel vano tentativo di dimostrare alchimie tra tifo e malavita. Tempo fa pure un bar adibito a sereno ritrovo dei tifosi dell'Atalanta, aveva dovuto chiudere per un periodo i battenti, perché secondo i veggenti della Procura in codesto locale si sarebbero pianificati assalti e scorrerie banditesche non meglio identificate, che unitamente allo spaccio di droga, all'estorsione e rapine, rendevano questo piccolo esercizio commerciale una base logistica malavitosa. Bastoni, mazze, catene, picconi, badili e martelli da carpentiere, secondo i dotti della Procura sono le armi che questa fantomatica associazione a delinquere deteneva nel proprio arsenale, senza contare le centinaia di sacchi di cemento e malta, che all'occorrenza sarebbero stati usati per erigere barricate in tutta la città di Bergamo per scacciare l'imam accampato a Palazzo Frizzoni. Ma chi sono queste persone additate come pericolosi criminali riuniti in cosche e meritevoli del carcere in regime di 41 bis? Il tifo organizzato dell'Atalanta trova dimora da sempre nel settore denominato curva Nord del vetusto stadio cittadino intitolato ai primordi a Mario Brumana, anche se nel corso degli anni tale nome dello stadio ha subito variazioni, ma ritengo che una volta battezzati con un nome, anche delle cose non dovrebbero mai cambiare la propria identità. Il tifo organizzato atalantino della curva Nord, da anni è presente sul territorio ovunque c'è bisogno di assistenza e volontariato ai meno fortunati, e non si contano le donazioni economiche fatte a diverse entità assistenziali. Rilevando che il tifo organizzato atalantino devolve fondi un po ovunque, mi chiedo come mai il reato di riciclaggio proveniente da attività illecite, non sia ancora stato aggiunto alla già lunga lista di reati in capo ai sospettati. Non mi spiego cosa spinga dei magistrati a questo accanimento contro delle persone, che benché non siano sante, la loro incredibile epopea giudiziaria a questo punto le fa moralmente troneggiare al cospetto di chi vorrebbe la loro rovina. Ma chi sono questi esseri togati? Da dove provengono? Cosa vogliono queste creature la cui arroganza è alla pari con quella del peloso Darwin e della sua ignobile tesi evolutiva? Evidentemente questi personaggi sono gelosi di quel ciccione ubriacone del Darwin e della sua comica tesi, perché loro non possono nemmeno dimostrare una piccola tesi su una associazione a delinquere composta da tifosi di una squadra di calcio. L'ultimo ennesimo procedimento è fallito rovinosamente, e si è concluso con l'assoluzione piena perché il fatto non sussiste! E adesso chi paga? Finché non verrà messo in modo chiaro e non opinabile nel codice penale pure il reato di responsabilità di giudici e magistrati, queste tristi macchiette continueranno a loro piacimento a manipolare, molestare, tormentare chi a loro più sgradito. Un tempo si diceva alla propria progenie di studiare altrimenti si sarebbe fatto il bracciante agricolo per tutta la vita, adesso la sia esorta a imparare un lavoro per non diventare dei somari con la toga. In tante diverse città ho visto del bello e del brutto in ambito giuridico, ma solo a Bergamo la situazione è oramai totalmente fuori controllo, e proprio di questi giorni il processo d'appello per l'omicidio della nostra Yara, è l'esempio lampante di una chiara ignoranza che è talmente imbarazzante da tracimare nel grottesco. Ai miei tempi una terapeutica bastonatura e un bicchiere di quello buono, portava a più miti propositi anche i più stolti, ma i tempi cambiano e al massimo queste creature possono essere trasferite in posti molto meno disposti al sopruso. Da sempre si additano ingiustamente a postriboli di corruzione e incapacità delle realtà poste in essere nelle regioni meridionali italiane, ma passa inosservato che nella benestante e grassa provincia orobica la situazione è drammatica. Questi incapaci non hanno ancora messo a dimora nel loro mal funzionante cervelletto di due soli neuroni, che il tifo calcistico è passione, calore e rende tante persone unite in qualcosa di cui si sentono parte. Purtroppo a volte il tifo si trasforma in violenza, ma è destino che tra qualche tempo le nuove generazioni capiranno che la violenza non porta mai a nulla di positivo. Le persone violente vanno ovunque braccate e rese innocue con ogni mezzo possibile, e questo dovrebbe essere l'unico fine della giustizia, ma se la stessa legge si comporta in modo disonesto incoraggiata dalle istituzioni, come disse il buon Sandro: “Quando un governo non fa ciò che vuole il popolo, va cacciato anche con mazze e pietre. Il variegato mondo ultras è la cosa più lontana dal mio attuale essere e dalla mia severissima educazione monastica, e mai avrei neppure immaginato di scrivere questa frase, ma a questo punto: LUNGA VITA AGLI ULTRAS!