Da
sempre non mi occupo del gioco del calcio, in primis perché non mi
piace, e di recente con tutte le cifre iperboliche versate ai
giocatori me lo fanno rendere anche moralmente avvilente. All'opposto
mi occupo tra l'altro di questioni giudiziarie che vanno anche a
toccare il gioco del calcio, e la Procura di Bergamo è l'esempio
madre dell'ignoranza in cui versano le istituzioni italiane. Dei
personaggi più o meno divertenti, da anni molestano, instaurando un
procedimento dopo l'altro, degli appartenenti al mondo ultrà
dell'Atalanta, e uno dopo l'altro tutte queste macchinazioni sono
finite miseramente nel ridicolo. Le temibili orde del tifo ultrà
dell'Atalanta, sono famose in tutta Europa per la loro primitiva
essenza, ma a farle passare per una associazione a delinquere è
tutta un altra questione. Anche il tifo organizzato delle squadre di
Roma, Napoli, Lazio, Brescia, Verona, Torino e via dicendo, sono
composte da personaggi violenti, ma solo nei confronti di
appartenenti al tifo dell' Atalanta si scatena la repressione di
legge. Da anni dei fannulloni buoni a nulla, sprecano risorse nel
vano tentativo di dimostrare alchimie tra tifo e malavita. Tempo fa
pure un bar adibito a sereno ritrovo dei tifosi dell'Atalanta, aveva
dovuto chiudere per un periodo i battenti, perché secondo i veggenti
della Procura in codesto locale si sarebbero pianificati assalti e
scorrerie banditesche non meglio identificate, che unitamente allo
spaccio di droga, all'estorsione e rapine, rendevano questo piccolo
esercizio commerciale una base logistica malavitosa. Bastoni, mazze,
catene, picconi, badili e martelli da carpentiere, secondo i dotti
della Procura sono le armi che questa fantomatica associazione a
delinquere deteneva nel proprio arsenale, senza contare le centinaia
di sacchi di cemento e malta, che all'occorrenza sarebbero stati
usati per erigere barricate in tutta la città di Bergamo per
scacciare l'imam accampato a Palazzo Frizzoni. Ma chi sono queste
persone additate come pericolosi criminali riuniti in cosche e
meritevoli del carcere in regime di 41 bis? Il tifo organizzato
dell'Atalanta trova dimora da sempre nel settore denominato curva
Nord del vetusto stadio cittadino intitolato ai primordi a Mario
Brumana, anche se nel corso degli anni tale nome dello stadio ha
subito variazioni, ma ritengo che una volta battezzati con un nome,
anche delle cose non dovrebbero mai cambiare la propria identità. Il
tifo organizzato atalantino della curva Nord, da anni è presente sul
territorio ovunque c'è bisogno di assistenza e volontariato ai meno
fortunati, e non si contano le donazioni economiche fatte a diverse
entità assistenziali. Rilevando che il tifo organizzato atalantino
devolve fondi un po ovunque, mi chiedo come mai il reato di
riciclaggio proveniente da attività illecite, non sia ancora stato
aggiunto alla già lunga lista di reati in capo ai sospettati. Non mi
spiego cosa spinga dei magistrati a questo accanimento contro delle
persone, che benché non siano sante, la loro incredibile epopea
giudiziaria a questo punto le fa moralmente troneggiare al cospetto
di chi vorrebbe la loro rovina. Ma chi sono questi esseri togati? Da
dove provengono? Cosa vogliono queste creature la cui arroganza è
alla pari con quella del peloso Darwin e della sua ignobile tesi
evolutiva? Evidentemente questi personaggi sono gelosi di quel
ciccione ubriacone del Darwin e della sua comica tesi, perché loro
non possono nemmeno dimostrare una piccola tesi su una associazione a
delinquere composta da tifosi di una squadra di calcio. L'ultimo
ennesimo procedimento è fallito rovinosamente, e si è concluso con
l'assoluzione piena perché il fatto non sussiste! E adesso chi paga?
Finché non verrà messo in modo chiaro e non opinabile nel codice
penale pure il reato di responsabilità di giudici e magistrati,
queste tristi macchiette continueranno a loro piacimento a
manipolare, molestare, tormentare chi a loro più sgradito. Un tempo
si diceva alla propria progenie di studiare altrimenti si sarebbe
fatto il bracciante agricolo per tutta la vita, adesso la sia esorta
a imparare un lavoro per non diventare dei somari con la toga. In
tante diverse città ho visto del bello e del brutto in ambito
giuridico, ma solo a Bergamo la situazione è oramai totalmente fuori
controllo, e proprio di questi giorni il processo d'appello per
l'omicidio della nostra Yara, è l'esempio lampante di una chiara
ignoranza che è talmente imbarazzante da tracimare nel grottesco. Ai
miei tempi una terapeutica bastonatura e un bicchiere di quello
buono, portava a più miti propositi anche i più stolti, ma i tempi
cambiano e al massimo queste creature possono essere trasferite in
posti molto meno disposti al sopruso. Da sempre si additano
ingiustamente a postriboli di corruzione e incapacità delle realtà
poste in essere nelle regioni meridionali italiane, ma passa
inosservato che nella benestante e grassa provincia orobica la
situazione è drammatica. Questi incapaci non hanno ancora messo a
dimora nel loro mal funzionante cervelletto di due soli neuroni, che
il tifo calcistico è passione, calore e rende tante persone unite in
qualcosa di cui si sentono parte. Purtroppo a volte il tifo si
trasforma in violenza, ma è destino che tra qualche tempo le nuove
generazioni capiranno che la violenza non porta mai a nulla di
positivo. Le persone violente vanno ovunque braccate e rese innocue
con ogni mezzo possibile, e questo dovrebbe essere l'unico fine della
giustizia, ma se la stessa legge si comporta in modo disonesto
incoraggiata dalle istituzioni, come disse il buon Sandro: “Quando
un governo non fa ciò che vuole il popolo, va cacciato anche con
mazze e pietre”.
Il variegato mondo ultras è la cosa più lontana dal mio attuale
essere e dalla mia severissima educazione monastica, e mai avrei
neppure immaginato di scrivere questa frase, ma a questo punto: LUNGA
VITA AGLI ULTRAS!