Fin
dai primordi della civiltà umana l’uomo ha sempre pregato, in
principio erano gli astri ha ricevere le suppliche dei primi ominidi
pensanti, e di seguito si sono succedute nel tempo ogni sorta di
divinità, sia essa terrena o aliena, e solo da qualche secolo la
razza umana nella sua maggior parte si rivolge a un dio unico, che
varia da una religione all'altra, anche se i più sulla terra
ritengono che non esista alcunché all'infuori della pura e semplice
realtà. Già è singolare il pregare mormorando le parole scritte
chissà da chi migliaia di anni fa, e pare che nessuno si renda conto
che con tutti i tagli, aggiunte e manipolazioni avvenute nel corso
dei secoli, tali scritture non sembrano neanche lontanamente quelle
scritte dai tanti precursori delle religioni attuali, senza contare
che ci dichiariamo esseri superiori, ma poi scateniamo da sempre
guerre e sofferenze solo perché degli antichissimi scritti umani lo
autorizzano. Benché essere evoluto, l’uomo rimane uno dei tanti
animali presenti attualmente sul pianeta, ma è l’unico che si
rivolge a delle divinità per poter vivere meglio, o per qualsiasi
altra cosa gli passi per la mente. Conosco molte lingue parlate sulla
Terra, ma non ho il dono di parlare con esseri di un altra specie per
sapere come la pensano in materia, ma dubito moltissimo che le
cosiddette bestie abbiano il tempo e la stessa arroganza umana di
credere d’interagire direttamente con il responsabile di tutto
quello che noi chiamiamo universo. Per motivi estremamente personali
non frequento nessun genere di ritrovo religioso, e trovo piuttosto
imbarazzante assistere casualmente alla recita di preghiere o canti
liturgici in genere, niente di sgradevole sia chiaro, ma è per me
incomprensibile che tutto ciò possa ancora accadere in una civiltà
relativamente avanzata come la nostra. Continuamente si rammenta alle
masse che pregando si può aiutare chi ne ha bisogno, ma invece è
solo aiutando con mano vera che chiunque può aiutare il prossimo, e
trovo inverosimile che alcuni ritengono che la preghiera aiuti più
di qualsiasi altra azione. Ognuno con la sua vita fa sempre ciò che
vuole, e non ho niente da ridire su chiunque getta via una vita
pregando incessantemente rinchiuso tra quattro mura, ma trovo più
coraggioso l’umile missionario che dona la propria esistenza
aiutando il prossimo in qualche sperduto villaggio al confine del
mondo. Ritengo anche che una persona malata gradisca molto di più la
presenza costante dei propri cari, che non le litanie orali di chi
gli sta vicino, perché è con la vicinanza nel momento del bisogno
che la vera indole di una persona si manifesta. Tra il pregare e
l’aiuto diretto la scelta è semplice, e se solo la metà di chi
prega aiutasse volontariamente il prossimo, sulla Terra vivremmo
tutti meglio. Purtroppo le più immani carneficine di esseri umani si
sono svolte intonando salmi e osanna, e pare che questo triste modus
vivendi prosegua ancora imperterrito. Al malato, al ferito, al
moribondo, al derelitto, servono l’amore, l’affetto e le cure,
perché delle nostre amorevoli filastrocche non sa proprio che
farsene, ed è per questo che continuerò a interagire in prima
persona con chiunque me lo richieda.