Rudiano in festa – L'epilogo
Sarò
breve, e solo per non essere responsabile di pubblicizzare le feste
popolane rudianesi, e vedermi accostare al villaggio proprio non mi
garba. Fortunatamente il fato ha voluto che prendessi visione di
quello che hanno maldestramente combinato quest’anno gli
organizzatori, e mi disturba solo il pensiero che siano gli stessi
della memorabile passata edizione. Non avevo nessuna intenzione di
ripassare appositamente a Rudiano per la seconda edizione della festa
paesana, ma transitando casualmente nei pressi nel primo pomeriggio,
ho fatto una capatina al villaggio per vedere la seconda edizione
della festa che l’anno passato aveva destato stupore ed ammirazione
in tutte le terre emerse. Uno scempio!! Evidentemente gli
organizzatori quest’anno hanno bisticciato o qualcosa del genere,
perché la festa era tutta improntata al si salvi chi può, e ognuno
ha badato per se e tanti saluti a tutti. Innanzi tutto l’anno
scorso il prezzo delle degustazioni era tassativamente di due euro
per sette tagliandi per altrettanti copiosi assaggi, e i biglietti
erano acquistabili ovunque nel villaggio, sinonimo di stretta
collaborazione tra tutti i patrocinanti la sagra, e con l’abbondante
cibo servito amabilmente da figuranti in abiti d’epoca, e nel
villaggio si respirava una serena atmosfera d’altri tempi.
Quest’anno ogni banchetto ha deciso autonomamente cosa far pagare
per ogni misero assaggio, e si veniva serviti da avide manine che
controllavano che nessuno raccogliesse qualche briciola caduta nei
vassoi, e di abiti storici neanche a parlarne, il raccogliticcio made
in China ha spopolato tra gli inservienti. Non è che ambivo al
gozzoviglio selvaggio in quel di Rudiano, perché con il cibo ho da
sempre un rapporto quasi nullo e limitato allo stretto necessario per
sopravvivere. Qualche gustoso bocconcino in più l’avrei assaggiato
volentieri, e senza dover chiedere umilmente udienza a pittoreschi
personaggi, e poi dopo la severa batosta economica al primo stand ho
riposto prudentemente i denari al sicuro. Se l’anno scorso si
vedevano ovunque famigliole felici di poter passeggiare
tranquillamente per Rudiano discorrendo amabilmente, quest’anno la
folla era sgomenta per l’obbrobrio messo in atto, che rasentava uno
spettacolo circense del paleolitico d’infima caratura. Ho percorso
solo la via che da nord porta alla piazza, e poi nella piazza urlante
ho toccato con mano un degrado morale senza limiti alcuni, e qui
l’apoteosi dell’osceno ha raggiunto l’inimmaginabile. Pareva
che stessero tirando il collo a qualche strano tipo di pennuto,
invece era solo un rubicondo essere, in evidente stato di ebbrezza,
che con un microfono incollato alla fauci ululava biascicando canzoni
in modo miserando, arrivando pure a straziare ignobilmente l’Ave
Maria di Schubert, e di contorno gli schiamazzi di altrettanti
avvinazzati facevano da coro alle gesta di questo primate canterino.
Che tristezza, che vergogna. Di fronte a questo miserabile vilipendio
della canzone italiana tutta, al calpestio della sacra nobiltà di
certe arie, e al mancato rispetto morale ai tanti visitatori venuti
fiduciosi in Rudiano, ho deciso di lasciare immediatamente la borgata
di Rudiano, e malgrado avessi posteggiato l’autovettura a molta
distanza, i guaiti primordiali di ominidi senza onore echeggiavano
fin li, diffondendosi per miglia oltre le frontiere del villaggio
apparentemente assediato da selvaggi. Tra un rutto e una sbornia, il
barbuto e comico Darwin ha sicuramente fatto confusione
scribacchiando la sua strampalata tesi sull’evoluzione umana,
perché gli attori all'opera a Rudiano non sono
evidentemente nostri pari geneticamente, e poi è risaputo che
mamma Lucy era di idee molto libertine in fase d’accoppiamento, e
qualche peloso orango avrà approfittato per diventare l’antenato
di certi bipedi odierni. Non è mia abitudine rendere apocrifi i miei
post, e ho riflettuto parecchio se togliere il post come sopra
inerente alla strepitosa edizione 2011 della festa, ma non mi pare
giusto penalizzare tutte le persone che l’anno scorso hanno portato
Rudiano a livelli d’eccellenza nell'ospitalità. Per quel poco che
ho dovuto sopportare quest’anno a Rudiano, per conto mio il
villaggio ritornerà nell'oblio, e auspicherei l’immediato
scioglimento coatto di tutta l’organizzazione responsabile di
questo immane macello organizzativo. Sarebbe giusto che tutti i
responsabili di tale sfacelo organizzativo facessero un deciso e
dignitoso passo avanti, e dopo aver pubblicamente chiesto scusa a
tutti i rudianesi per bene e a tutte le genti accorse da ogni dove,
dovrebbero togliersi dai piedi emigrando in qualche landa desolata
mongola, in modo da non nuocere mai più alla propria gente. Come
premesso ho percorso solo una via fino alla piazza centrale di
Rudiano, ma nonostante i miei pochi passi avrei altro da scrivere su
questa tragica edizione di Rudiano in festa, ma preferisco tacere
pudicamente, consigliando solamente alla squinternata orchestrina che
all'inizio villaggio schiamazzava canzoncine melodiche, di non venire
mai dalle mie parti, perché da noi è lecito lanciare pietre a chi
si esibisce a tal grottesco modo, anzi, per più disgraziati è pure
d’obbligo una sana bastonatura terapeutica. Se il patetico modus
operandi organizzativo messo in scena per questa seconda
indecorosa edizione, sarà il medesimo delle successive, consiglio a
tutte le genti di girare ben al largo da Rudiano, perché tali
sopportazioni nuocono gravemente alla salute psicofisica. Addio
1
maggio 2012